Roma, 27-XII-2006: LAST MINUTE TO JAFFNA, LENTO, TOMYDEEPESTEGO @ Traffic
La magra che le feste di Natale portano a Roma per quanto concerte la musica dal vivo, più che negli altri periodi dell’anno, viene saziata da questa vigorosa serata al Traffic.
Lento è un’entita che cavalca l’ondata (forse in fase discendente…) del filone Isis, Red Sparrows compagnia cantante, caricando atmosfere già di per sè tetre e fittissime di un incedere allucinatorio; parte “Hadrons” come una rasoiata ai padiglioni auricolari, tre chitarre immense danno il via a quello che per mezzora sara un set curato nei minimi dettagli, alternando cavalcate di droni travestiti da psichedelia stra-fatti di distorsione e magma ad abissi di interferenze sonore e feedback manipolati da macchine delay. Sulla scena da qualche anno, in passato più cari alla scuolaMogwai, preparano un albo d’esordio che li vedrà compagni d’etichetta degli Ufomammut…”apocalittica” attesa…
Salgono sul palco per secondi i Last Minute To Jaffna, ufficialmente le star della serata visto che questa a Roma era la seconda tappa del loro mini tour invernale. Una partenza che fa presagire intrecci tra il sonico e il metallurgico, con attacco deflagrante, ma il resto del set è praticamente affidato alla maestria del chitarrista che sciorina riff ammalianti tali da catalizzare l’attenzione, accompagnati da violenti assalti stile Neurosis e litanie piu orientate al sogno malato dei Deftones, ruggiti di voce compresi.
All’una passata penseresti che l’ora tarda abbasserà la tua soglia d’attenzione a discapito dell’ultimo gruppo, ma nonostante una sorta di liceale imbarazzo che avvolge i Tomydeepestego, causata forse dalla goliardia degli amici presenti in sala, i quattro ragazzi creano musica splendida; chitarre fatte di pietra gelida fanno da tappeto volante ad arpeggi a presa rapida, potenti e al contempo avvolti nel blu come sapevano ben fare all’epoca i Catherine Wheel. Accattivanti, e non solo per gli amanti di un genere già di per se ibrido come il “post-hardcore”, hanno dalla loro parte l’ottima scrittura, per quanto possa essere difficoltoso circoscrivere un brano strumentale dalle dinamiche cosi dilatate e distanti rispetto la classica forma canzone. Ma come si fa a rimanere immobile di fronte all’apertura di “Renovatio”?
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