LENTO + LAST MINUTE TO JAFFNA – Cox 18, Milano, 12 gennaio 2013
I navigli milanesi fanno da sfondo a questa fredda e umida sera di gennaio, che vede sul palco del Cox18 due delle più valide realtà della scena post metal italiana, i torinesi Last Minute To Jaffna e i romani Lento.
In attesa dell’uscita di un nuovo lavoro e di un Ep acustico (così come è stato il concerto di questa sera), i Last Minute to Jaffna si presentano a noi in formazione completa e con un ospite d’eccezione: Fabrizio Palumbo dei Larsen alle prese con violino elettrico ed effetti vari.
La scaletta ripropone brani del loro disco d’esordio perfettamente arrangiati e funzionanti anche senza distorsioni.
L’apporto di Palumbo all’elettronica rende questo live in un certo senso unico, aggiungendo un alone alieno ai pezzi che si vestono cosi di un appeal folk psichedelico. Nulla da dire sulla prova dei cinque che risulta come sempre ottima.
Ora come non mai attendiamo l’uscita di materiale nuovo!
Luci a led e una grande quantità di fumo sono la coreografia dello show dei Lento, reduci da un tour europeo e ora in Italia per presentare dal vivo il nuovo lavoro: “Anxiety, Despair, Languish”.
L’impatto del primo pezzo, “Icon” è pesantissimo, i volumi sono disumani ma la pulizia sonora sembra non risentirne minimamente.
Durante la scaletta, che pesca sapientemente da tutti e tre i dischi, veniamo investiti da quel muro sonoro fatto di chitarre (il cui suono ha qualcosa di mostruoso) basso e batteria che solo loro riescono a creare su un palco.
I vari pezzi (intelligentemente spezzati da un paio di intermezzi più tranquilli come “Blackness”), riescono, nell’intento di risultare perfettamente amalgamati, nonostante le differenze tra i tre dischi, merito di un suono compatto e personalissimo.
Tra i momenti migliori segnaliamo: “Anxiety, Despair, Languish”, “Hymn”, “Death Must Be The Place”, “Hymen” e “Hadrons”.
Mi è capitato di vedere dal vivo i quattro ragazzi romani in parecchie occasioni, ma ogni volta riescono a superarsi e un loro concerto rimane, nel loro genere, una delle esperienze più intense ed interessanti.
Come al solito il consiglio è quello di supportare e tenere d’occhio le nostre realtà musicali perché non hanno nulla da invidiare a nomi ben più blasonati.
Enrico Ivaldi