LAST MINUTE TO JAFFNA – Volume III
Questo “Volume III” è un’uscita atipica dei torinesi Last Minute To Jaffna e non sappiamo bene se catalogarlo come EP o come album acustico. Di fatto è un misto tra le due cose: sebbene la sua durata complessiva sia di una cinquantina di minuti, quindi ben lontana dalla durata di un EP, questo lavoro è la rivisitazione in chiave acustica di alcuni dei brani dei Nostri, oltre alla presentazione di due brani inediti. “Volume III” – sempre per via del fatto che è un disco atipico – nasce in maniera inversa rispetto alle normali uscite discografiche che nascono in sala prove per essere riproposte dal vivo. In questo caso le cose sono andate fondamentalmente al contrario, il tutto è nato durante l’apertura di un concerto di Scott Kelly (Neurosis) quando il quartetto torinese decise di riarrangiare i propri brani in chiave acustica. L’esperimento piace talmente tanto che i Nostri decidono di buttarsi a capofitto nella registrazione delle canzoni e di dare vita a questo lavoro. Le atmosfere riproposte sono molto intime e vanno a richiamare quanto di buono già avevamo avuto il piacere di notare nel loro “Volume I” uscito nell’ormai lontano 2008. Le atmosfere “slowcore” Neurosisiane la fanno assolutamente da padrone, forse in questa veste ancor di più, con vocals così oscure, calde e stonate abbastanza debitori in certi frangenti allo stesso Scott Kelly di cui si parlava sopra. A parere di chi scrive le parti vocali sono forse l’unico punto debole di “Volume III”: a parte una certa ripetitività di fondo, questa intonazione incerta sicuramente farà parte del gioco, ma ascoltare canzoni fondamentalmente stonate arriva a stancare e a far perdere appeal ai brani. Ma questa opinione potrebbe anche essere non condivisibile. Obiettivamente invece è proprio l’architettura sonora ad essere inattaccabile, con questa andatura lenta, notturna e misteriosa, intima e acquosa che trascina e ipnotizza l’ascoltatore in un vortice emotivo davvero molto, molto particolare. Interessantissimo ed azzeccato anche l’uso di strumenti come la viola elettrica o il corno tenore, grazie al contributo di Fabrizio Modonese Palumbo e Stefano Casanova. A sei anni di distanza dal loro debutto ci saremmo aspettati un full length di materiale inedito (che comunque dovrebbe arrivare a breve), ma quando la qualità proposta è di questo livello accettiamo volentieri anche la rivistazione acustica e anzi, ne consigliamo l’ascolto agli amanti del genere.
7/10
Emilio Cortese
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