Last Minute To Jaffna, Promo 2006
Ero molto curioso di entrare in contatto in qualche modo con questi torinesi. Da molto tempo infatti ne sento parlare per l’intensità dei loro live e sempre per qualche motivo strano o particolare, le nostre strade non sono mai riuscite ad incontrarsi. Finalmente poi in un bel giorno d’estate mi arriva direttamente a casa il loro promo: due canzoni e circa venticinque minuti di musica.
Attivi da poco più di un anno, i Last Minute To Jaffna annoverano tra le loro fila membri di vecchie conoscenze torinesi nel campo hardcore e metal come gli A Sight For Sore Eyes (di cui avevo amato quel bellissimo e stranissimo “Acapulco Gold”), Rebels Of the Neon God, Noob, GPL, L’Oscura Striscia Nera. Derivazioni prettamente hardcore e metal che si riversano in un grande calderone in questi LMTJ.
Innamorati di Isis, Cult Of Luna, Breach e Neurosis, i torinesi presentano due canzoni dilatatissime, con mille stacchi e cambi tempistici, a volte ipnotici a volte emozionali a volte super violenti, con sprazzi folli di elettronica ben inseriti e interessanti, il tutto caratterizzato dal growl apocalittico di Valerio, che si intromette in alcuni punti, ma lasciando comunque un ampio spazio ai vari riff prodotti a ripetizione dai due chitarristi.
Dawn rappresenta, secondo me, la parte migliore del disco. Tirata e rumoristica nella parte iniziale (bellissimo il lavoro della voce, capace di passare dalla screaming al growl, ad un pulito quasi “pattoniano”)…stacco di batteria e si da inizio alla seconda parte in cui cambiano le atmosfere e ci si ritrova cullati dalla dolcezza di strani delays e charleston che dolcemente salgono con l’ausilio di una voce molto effettata e ripetitiva per arrivare all’esplosione che ci trascina violentemente nella terza sezione della canzone che riprende un po’ il rumorismo della prima parte ma che risolve il pezzo con una bella melodia che si ripete fin quasi alla fine per lasciare spazio all’apocalittica parte finale.
Heating The Blood, inizia con lentezza. Un giro di chitarra ipnotico ripetuto a lungo con sempre più veemenza e sempre più particolari fino all’esplosione che ci porta in una dimensione violenta in cui il growl del cantante la fa da padrone. Il tutto si risolve in un riff melodicissimo in cui le varie sfaccettature della voce si riconcorrono ad un livello appena sotto quelli delle chitarre. Stop improvviso e rumorismi elettronici iniziano ad aumentare a poco a poco per lasciare spazio a chitarre dilatatissime e aperte che ci traghettano in una parte tra le più strane e sperimentali di questo disco. Loop inquietanti di growl che si accavallano tra di loro e alle precendenti chitarre. Particolare o originale. Chitarre e una batteria inizialmente ovattata interrompono il momento e ci riportano ad una frastornante realtà di voci e hardcore che ci accompagnerà fino alla fine.
Esplosioni, ricerca di nuove soluzioni, emotività e ipnosi sonora sono i punti cardine della musica dei Last Minute To Jaffna. Sicuramente una qualità di registrazione superiore avrebbe potuto far risaltare meglio il tutto e dare alle fondamentali esplosioni di suono la giusta “prepotenza” per far balzare l’ascoltatore sulla sedia, ma dando orecchie solo ai contenuti e meno all’aspetto puramente, se così si può chiamare, “estetico” del suono (con la speranza che sul prossimo nuovo lavoro, da ora in poi attesissimo, si riesca a dargli la giusta importanza), il disco è sicuramente un centro pieno. Interessante ed emozionante come poche nuove uscite ultimamente.
Torino colpisce ancora.
Loser
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