LAST MINUTE TO JAFFNA – Volume I
Attiva dal 2005, la formazione torinese dopo innumerevoli cambi di lineup, un demo di due tracce autoprodotto (2006) e due apparizioni su compilation nazionali (Desert Sounds vol.2, NeuroSounds vol.1), arriva finalmente al tanto atteso debut sulla lunga distanza, grazie alla caparbietà dei membri della band (ora ridotta a quattro elementi) e l’aiuto di piccole ma attente etichette nostrane (Concubine Records, Hypershape Records) ed estere (Swarm of Nails, Consouling Sounds).
Registrato da Roby Vitari ai Suoneria Studio di Torino come un quintetto, Volume I consta di 5 capitoli per un totale di 45 minuti che lasciano senza fiato causa l’intensità prodotta; siamo dalle parti dei Neurosis ultima fase, Earth e Cult of Luna, giusto per rendere un’idea di base, sebbene il sound della band splenda di luce propria contenendo influenze più vaste e per nulla votate ad un semplice revisionismo di nomi noti. Quattro brani dalla durata decisamente importante più un indovinato intermezzo ambientale, per certi versi accostabile al lavoro degli Isis; si parte con Chapter X, un lento e desolato incidere, a cavallo tra Earth e gli autori di “a sun that never sets”, con la calda ed avvolgente voce di Valerio pronta a condurci tra le trame di questi 13 minuti che rappresentano senza dubbio uno dei vertici del cd. Arrangiamenti semplici, apparentemente scarni, ma al tempo stesso tremendamente efficaci, mettono in luce una band pienamente consapevole delle proprie capacità e focalizzata nell’espressione sonora a lei più congeniale; l’utilizzo delle dinamiche, dei cambi di tensione ed atmosfera all’interno dei singoli brani è da formazione di caratura superiore, facente sfoggio di classe lungo tutto il platter, sia quando si tratta di dipingere fosche tinte ambientali, che nelle improvvise esplosioni di rara e deflagrante potenza. Chapter VI gioca con l’ascoltatore, mantenendolo in costante tensione per tutti i 9 minuti, sempre in attesa che arrivi l’onda d’urto finale, cosa che non avviene, con la band che controlla le nostre emozioni, ci tiene col fiato sospeso ed in perenne angoscia, e solo dopo ripetuti ascolti ci si rende conto che non vi era nulla da attendere, tutto quello che c’era da percepire era già lì sotto i nostri occhi…la tragicità e la fugacità delle nostre vite.
Chapter V, dopo pochi minuti di quiete ambientale assolutamente necessaria dopo la mazzata emotiva precedente, riapre ad atmosfere sempre ombrose ma decisamente più ariose e meno oppressive; di nuovo le clean vocals di Valerio accompagnano l’ascolto lungo un brano che più di tutti si avvicina a quel muro di suono misto a folk dalle tinte apocalittiche che solo i Neurosis nel corso degli anni sono riusciti a creare con effetti devastanti.
Chapter XI chiude le (macabre) danze, ed è forse il brano meglio strutturato e complesso, probabile indicatore di quella che sarà la via evolutiva della band in futuro; suggestivi paesaggi autunnali incastonati ad improvvise accelerazioni, con la band perfettamente a proprio agio nel dosare i vari elementi espressivi, pennellando di fino quando serve dare enfasi all’aspetto poetico del sound, ma picchiando duro e senza timori quando è necessario liberarsi e dare sfogo, alla stregua di un Jackson Pollock, a tutte le tensioni accumulate nel proprio subconscio.
In chiusura non resta che segnalare l’accattivante artwork che incornicia la confezione in digipack ed augurare ai Last Minute To Jaffna di riscuotere i consensi che meritano, del resto una band che suona così per lo meno in Italia non esiste…il resto sta a voi.
-Edvard-
http://neuroprison.blogspot.it/2008/10/last-minute-to-jaffna-volume-i.html