LAST MINUTE TO JAFFNA – Volume I
Band torinese al debutto. Gran bel post-core, prima impressione e ultima impressione. In un’atmosfera che ormai intravede una calma eccessiva, piatta, delineata dall’azoto di tanti progetti fotocopia talvolta glorificati ed elevati alla stregua di innominabili mostri del post-core, i Last Minute to Jaffna sono una piccola molecola nobile di xelio del panorama italiano. Nonostante i diversi cambiamenti e riduzioni nella line up, i torinesi riescono a piazzare un complesso di quattro bravi musicisti che abbiamo visto impegnati in ottime dimostrazioni live, condividendo il palco con artisti del calibro di Callisto, Isis, Teatro degli orrori, Zu e Ufomammut.
L’incipit del disco, Chapter X, inizialmente ricorda molto i Neurosis di Steve von Till, quasi troppo. Sarà solo una prima impressione: i Last Minute to Jaffna suonano come artisti di grande esperienza (senza voler sminuire i vari progetti che vedono, o hanno visto impegnati, diversi dei membri, tra i quali gli Erodes) e riescono a stendere un tappeto sonoro di tutto riguardo, deflagrante e allo stesso tempo delicato, in grado comunque di trovare tra le sue trame una certa originalità, non sempre semplice da rintracciare nei più recenti lavori post-core.
I Last Minute to Jaffna non solo sfoggiano doti tecniche e ottima padronanza espressiva della loro creatività, ma riescono davvero a metterti in condizione di sentire l’esigenza, se non addirittura il dovere, di alzare il volume alle stelle sin dal primo ascolto. I quattro torinesi propongono, senza slanci esagerati o troppe presunzioni, un post-core dalle evidenti influenze metal molto coerente con l’accezione hardcore insita nel genere , caratterizzato da cortesi ritmiche, cullanti riverberi, improvvise e distorte esplosioni e cambi di mood dalla sorprendente veemenza.
Apprezzabile la scelta di introdurre degli stacchi ambient tra alcuni dei principali capitoli dell’album. Forse l’unica cosa da rivedere, nonostante non si tratti di una grave pecca, è la parte effettistica e di finitura. Il sound di Volume I risulta a volte un po’ scarno, ulteriori aggiunte di effetti e arrangiamenti riempitivi su tutte le frequenze avrebbero reso ancora più godibile il risultato finale.
Mi aspetto dai Last Minute to Jaffna un immenso lavoro e un’evoluzione artistica che esalti le potenzialità del gruppo e che conceda loro la risonanza che meritano. Probabilmente molti mi correggerebbero asserendo che è troppo presto per parlare di certezze, ma io sono sicuro che i LMTJ mi daranno ragione. Procuratevi Volume I, lasciatevi trasportare e all’uscita di un nuovo full lenght fatevi belli davanti agli amici raccontando di quanto tempo addietro avete comprato il debut album. Per ora non ci resta che goderci questo lavoro e aspettare con ansia una nuova uscita.
NonSense