Last Minute To Jaffna – Volume III
Questo EP segue una direzione ostinata e contraria: non nasce in studio per essere poi portato sui palchi, ma nasce sul palco per poi essere riprodotto in studio. La storia è che i Last Minute to Jeffna sono chiamata ad esibirsi in acustico prima del set del cantante deiNeurosis. Quindi riadattano alcuni dei brani tratti da “Vol. I”, il pubblico li apprezza, loro ne sono convinti e decidono di fissarli su supporto. Scelta condivisibile e felice, che ha donato il frutto sperato.
“Vol. III” è formato da cinque lunghi momenti di slowcore fermo e affascinante, in cui ogni dettaglio è al proprio posto: pochi tocchi percussivi donano consistenza a “Chapter XXV”; un andamento epico, corale, attraversa il mantra di “Chapter VI”; la trama sonora si fa sabbiosa, post-grunge, in “Chapter V”, mentre “Chapter XI” è l’unico momento ripreso così com’era nato, dal vivo, e affascina con il suo tempo dispari che sale a spirale e si ingrossa tornando a una ritmica regolare sul finale: imprevisto, scuro e spesso strappato, sofferente.
Il momento più bello è però senza dubbio “Chapter XIII”, una meravigliosa ballata blues arricchita da un arrangiamento para-orchestrale di fiati, archi e chitarra cosmica che pochi dubbi lascia sulle competenze in fase di composizione dei LMJ. Sentite come dialogano a metà brano la chitarra e le percussioni, sentite come cresce e si ricostruisce muovendo fraseggi sospettosi e alzando la tensione, tirando i feedback: questa è musica che parla e struttura ambienti, stanze, la si può quasi vedere.
In questo languido mare oscuro e avvolgente, per certi versi schiacciante, solo la voce non sempre convince, a causa di un’intonazione talvolta imperfetta, e un’interpretazione piuttosto piana, prevedibile, alla lunga un po’ noiosa, che tende a sparire con il suo sussurrato di fronte alla grandezza del suono, seppure acustico.
Dettagli, perché il resto è di un fascino raro.
Chiara Longo
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