Macigni Fest @ Lo-Fi, Milano
In quest’estate che sembra non arrivare mai l’arrivo dei Celeste sul suolo italico agglomera altre nove band notevoli per regalarci al Lo-Fi di Milano un evento devastante. Nel pomeriggio, mentre ci troviamo ancora nelle vicinanze di Bergamo, il tempo decide di punirci con un’intensa pioggia, e gli organizzatori decidono di abolire il palco esterno e anticipare l’inizio delle esibizioni. Anche per questo ci perdiamo i primi due gruppi, Aperture e Loimann.
Celeste
12/07/2014
Lo-Fi, Milano
Abaton
Arriviamo pochi minuti dopo l’inizio del concerto degli Abaton e, quando entriamo nella sala dei live, c’è ancora pochissima gente davanti al palco. Tuttavia la band romagnola non si perde d’animo, col cantante che si crea un suo spazio davanti al palco per coinvolgere il pubblico. Gli Abaton erano uno dei gruppi per cui mi ero deciso a venire al Lo-Fi, e non mi hanno affatto deluso: se i brani mi prendevano ascoltati su album, dal vivo rendono ancora meglio. Figli di quel black metal che è riuscito ad allargarsi oltre le croci rovesciate ed il face painting ed è riuscito a fondersi con altre realtà tanto estreme quanto caotiche, questi ragazzi sono da ascoltare assolutamente, perché hanno tutte le carte in regola per farsi un nome.
Viscera ///
Quindici minuti di pausa e si ritorna in sala, sempre una band italiana, sempre una band che affonda le sue radici nel black metal e sempre troppa poca gente ad ascoltarli. Il batterista è ancora quello degli Abaton (causa mancanza del loro percussionista), con cui condividono anche uno split in uscita a breve. Se il gruppo precedente era per me una certezza, loro sono stati una piacevole scoperta, una variazione sul tema più umana e emozionale, una band capace di allargare il proprio spettro di influenza al post rock e lo sludge rock. I Viscera/// concludono il concerto presentando una traccia del loro split insieme agli Abaton, col chitarrista di quest’ultimi che li raggiunge sul palco per suonare insieme.
Lamantide
Si cambia decisamente genere: gruppo power violence da Cremona, i Lamantide sono una band che dà il meglio di sé sul palco, con un cantante coinvolgente che se ne sbatte della distanza con il pubblico e passa tutti i suoi live nella mischia a correre e cantare come un forsennato. Il genere non è il mio preferito, ma fa sempre piacere vedere una band energica come loro dal vivo.
Last Minute to Jaffna
Altri quindici minuti e si ritorna sotto il palco, questa volta per una band torinese, che conosco poco, tanto che pensavo che fossero stranieri. Mentre penso al significato del loro nome (“last minute come i biglietti degli aerei? Jaffna allora è una città ?”), partono con la prima traccia: musiche evocative, chitarre alla ricerca di una sonorità particolare, voce profonda. Un’ ottima performance, arricchita verso la fine dalla collaborazione del cantante dei Viscera/// al microfono, l’ennesima dimostrazione che la serata ci ha offerto di un underground italiano fatto di rapporti e non solo di discorsi sterili.
Three Steps To The Ocean
Prima del gran finale si vira nettamente di genere con questa band milanese, una delle maggiori esponenti del post rock strumentale italiano, dotata di un sound coinvolgente e ricco di sfaccettature. Durante il loro concerto l’atmosfera si dirada e spezza la tensione accumulatasi nel corso della serata con tanta musica “incazzata”, come a voler tranquillizzare il pubblico prima del gruppo di punta, un’ottima scelta nell’ordine della line-up che ha permesso di apprezzare meglio tutti i gruppi.
Celeste
E siamo arrivati al pezzo forte della serata. Le macchine del fumo, utilizzate per tutta la sera, cancellano quasi completamente il palco, si intravvedono solo i francesi indossare le loro ormai classiche lampade frontali, impostare la luce sul rosso e poi sparire loro stessi per qualche interminabile secondo.L’ inizio è travolgente, e subito si coglie la precisione maniacale della batteria anche su velocità disumane, mentre le chitarre creano un’unica atmosfera malinconica ed estraniante. I Celeste non mi avevano mai entusiasmato così tanto su disco, ma dal vivo l’ effetto è completamente diverso, la loro esibizione è stata un’esperienza decisamente appagante, senza cali di tensione e attenzione. E pazienza se, dopo quasi un’ora di concerto, si sono limitati ad appoggiare frettolosamente gli strumenti a terra senza concedere alcun bis, nonostante le richieste del pubblico. Non possiamo non essere soddisfatti.
Stryx
http://www.grindontheroad.com/2014/08/09/macigni_fest_live_report_lo_fi/