The New Noise reviews Quattro
LAST MINUTE TO JAFFNA, Quattro
Dei Last Minute To Jaffna vi abbiamo parlato spesso e non per caso, dato che nei loro lavori e nella loro visione sonora c’è un’idea di “post” vicina alla nostra, un modo di essere che si affranca dai modelli di riferimento per ottenere una cifra personale sempre più marcata. Con Quattro la formazione presenta due soli brani, seppure di lunga durata, ma non per questo risparmia le energie o lascia qualcosa di incompiuto, al contrario in soli venti minuti snocciola di fronte all’ascoltatore il suo repertorio incredibile, si tratti di accarezzarlo o al contrario di travolgerlo con un afflato epico/corale di grande impatto, così da percorrere l’intero spettro di un sound sempre più a fuoco nel suo mostrarsi a nudo, privo di inutili barocchismi o orpelli formali, eppure impeccabile quanto a cura nei dettagli e ricchezza di particolari. Come si trattasse di un disco di passaggio verso future mutazioni (vedi anche i titoli dei brani, non più capitoli numerati come in passato), Quattro mostra i Last Minute To Jaffna di oggi al meglio e lascia intuire spunti di quella che potrà essere una loro futura evoluzione, apparendo come una fucina di immagini e sensazioni dissezionate e rielaborate secondo una maestria ormai ampiamente dimostrata negli episodi precedenti, eppure ancora in grado di suscitare sorpresa in chi vi si avvicini. Proprio la capacità di interagire sul piano emotivo rende l’ascolto del disco un’esperienza coinvolgente ed appagante, legata a un genere che in tanti si son precipitati a cristallizzare e reiterare, ma – e qui sta il suo più grande pregio – ricca di nuove soluzioni e spunti attuali. Questa abilità non comune, anche nella scelta dei suoni e nell’attenzione rivolta agli incastri tra le varie componenti, rende l’ep un antipasto più che stuzzicante e ribadisce come ci si trovi di fronte ad un’entità che sa prendersi il proprio tempo per concentrarsi sulla qualità delle proprie composizioni. Un po’ come quelle persone che parlano poco e solo al momento giusto, ma sanno sempre come lasciare il segno.
Michele Giorgi